BOLLETTINO DEL GENOCIDIO
Quarta settimana: 28 aprile 1994 – 4 maggio 1994
28 aprile: Viene chiesto alla portavoce del Dipartimento di Stato americano Christine Shelley di riferire su quanto sta accadendo in Ruanda. Ecco la sua risposta:
“… l’uso del termine “genocidio”, pur avendo un preciso significato legale, non ha una definizione legale esatta. Vengono infatti richiesti diversi fattori”.
Tuttavia, un rapporto segreto ordinato dal Dipartimento di Stato già alla fine di Aprile considera le uccisioni come genocidio.
Oxfam rilascia un comunicato stampa in cui dichiara che il numero delle uccisioni in Ruanda è tale da ammontare a un genocidio.
29 aprile: In un lungo dibattito presso il Consiglio di Sicurezza dell’O.N.U. si discute se utilizzare il termine genocidio in un Rapporto Presidenziale. La Gran Bretagna e gli Stati Uniti si oppongono all’utilizzo della parola. Il Segretario Generale chiede al Consiglio di Sicurezza di riesaminare la sua decisione di ridurre le truppe dell’UNAMIR.
Decine di migliaia di rifugiati penetrano in Tanzania, Burundi e Zaire. In un giorno, 250.000 Ruandesi, in maggioranza Hutu, fuggono dall’avanzata del FPR, oltre il confine verso la Tanzania. Si tratta del più grande esodo di massa mai testimoniato dall’UNHCR (United Nations High Commissioner for Refugees), l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
30 aprile: Il Consiglio di Sicurezza dell’O.N.U. vota una risoluzione che condanna le uccisioni, omettendo tuttavia l’impiego della parola “genocidio”. Qualora fosse stato riportato tale termine, l’O.N.U. sarebbe stato legalmente tenuto ad agire al fine di “prevenire e punire” gli autori.
Il FPR conquista la città di Rusumo lungo il confine con la Tanzania.
Fine aprile: Jean-Bernard Mérimée, rappresentante della Francia al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, si oppone alla qualifica di “genocidio” dei massacri perpetrati contro i Tutsi. Il Ministro degli Affari Esteri del governo genocidiario, Jérôme Bicumumpaka e il rappresentante della CDR, Jean-Bosco Barayagwiza sono all’Eliseo e a Matignon.
Maggio: La Casa Bianca inizia a tenere quotidianamente dei briefing segreti sul Ruanda con varie organizzazioni governative, attraverso collegamenti video su canali di sicurezza.
1° maggio: Disfatta delle FAR, a cui segue la fuga di centinaia di migliaia di civili.
Incontro presso la Missione militare del ministero della Cooperazione (rue Monsieur a Parigi) del capo di stato maggiore aggiunto delle FAR con il generale francese Jean-Pierre Huchon. Fornitura da parte di quest’ultimo di un materiale di comunicazione criptato per mantenere il contatto tra le FAR e Parigi. Promessa di un aiuto militare. Il generale Huchon prodiga dei consigli al fine di “riportare l’opinione pubblica” in favore della parte genocidiaria.
Il Ruanda sale in cima alla classifica dei notiziari a causa del massiccio esodo di ruandesi in Tanzania.
2° maggio: Kofi Annan, capo della missione di pace delle Nazioni Unite, dichiara davanti alla Commissione degli Affari Esteri del Senato:
“Quando i belgi sono andati via dal Ruanda era ovvio che le Nazioni Unite non avrebbero potuto attuare il mandato che avevano, e quindi si sarebbe dovuto cambiare il mandato, oppure si sarebbero dovuti mandare rinforzi. Non so cosa deciderà il Consiglio dopo aver esaminato e riesaminato oggi la situazione. Se il Consiglio raccomanderà i rinforzi, essi devono essere ben equipaggiati, molto mobili, e anche in grado di proteggere sé stessi. Se non vengono inviati questo tipo di rinforzi, allora non sono sicuro che saranno in grado di riportare la legge e l’ordine, e porre fine ai massacri. Qui stiamo guardando gente privata del più fondamentale dei diritti, il diritto alla vita, eppure sembriamo di poco aiuto”.
3° maggio: Dopo una revisione della strategia in politica estera, Clinton firma la “Direttiva Presideziale n.25” con la quale intende limitare il coinvolgimento militare degli Stati Uniti nelle operazioni di mantenimento della pace e della sicurezza internazionale.
4° maggio: Il segretario generale dell’O.N.U. Boutros-Ghali compare su Nightline della emittente ABC e dichiara che in Ruanda è in corso un genocidio.
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