23° Commemorazione del Genocidio dei Tutsi in Rwanda: Lottiamo contro il negazionismo Rafforziamo il nostro progresso
Oggi, il 7 aprile, il Rwanda è immerso nella commemorazione del genocidio dei Tutsi. Da ventitré anni, tale data segna l’inizio di un lungo periodo di lutto e di riflessione.
Nel 1994 sono stati massacrati quasi un milione di uomini, donne e bambini – un settimo della popolazione. Nel Paese delle mille colline non c’è una particella, non un villaggio, non una famiglia che non sia stato toccato dal genocidio.
Per fortuna il gusto di vivere insieme è ritornato grazie alle sedute collettive dei Gacaca, all’istituzione della Commissione Nazionale di Lotta contro il Genocidio e alla Commissione per l’Unità e la Riconciliazione. Tutte le istituzioni, dal governo all’Umudugudu (municipio) sono stati investiti nel rendere effettivo il mai più.
Il ricevimento del presidente Paul Kagame da Papa Francesco, che ha “implorato il perdono per i peccati e le mancanze della Chiesa e dei suoi membri, tra i quali sacerdoti, religiosi e religiose che hanno ceduto all’odio e alla violenza, tradendo la propria missione evangelica”, ha aperto una nuova era nei rapporti tra il Rwanda e la chiesa Cattolica, ed è stato un balsamo al cuore di tanti cristiani rwandesi che hanno visto i loro cari massacrati nelle chiese dove avevano cercato rifugio.
I rwandesi stanno investendo nel consolidare il progresso raggiunto e il 4 agosto le elezioni presidenziali confermeranno l’attuale leadership – che non solo ha fermato il genocidio, ma ha anche lanciato il Paese verso uno sviluppo salutato positivamente da tutte le parti.
Quando guardo il Paese dove sono nata, il Burundi dove i Tutsi sono massacrati nel totale silenzio della comunità internazionale, mi viene da gridare al mondo intero che la Convenzione internazionale per la prevenzione del genocidio non è da archiviare, ma deve anzi essere un appiglio a cui aggrapparsi per rendere il nostro mondo libero da massacri di innocenti.
Aggiungi un commento aprile 7th, 2017